Avvento, tempo di attesa. Tempo di attese.
Sono tante le attese che ognuno di noi porta nel proprio cuore.
C’è chi spera in un domani migliore, ma che sia anche prossimo.
Si spera anche che il clima natalizio, giorno dopo giorno, permetta quasi per magia di essere sempre migliori. Si sa: a Natale siamo tutti più buoni.
Un sintomo di questa attesa bontà potremmo trovarlo nelle molteplici richieste di aiuto che giungono per posta o via internet.
Infinite campagne di solidarietà che ci fanno toccare il polso della nostra società e delle tante sue contraddizioni.
«Sostieni Telethon e la ricerca!», «Offri il tuo contributo per l’Unicef!», «Dai un aiuto a Medici Senza Frontiere!», e poi c’è l’AIL, la Lega del filo d’oro, Salesiani per il sociale e… l’elenco potrebbe estendersi per pagine.
C’è tanto bisogno di attenzione verso i più fragili.
Con le richieste di solidarietà, a volte, giungono dei gadget che cercano di stimolare la sensibilità.
Ne ho ricevuto uno, quest’anno, che mi ha fatto riflettere parecchio. Mi ha anche commosso un po’.
Si tratta di un particolare calendario dell’avvento, davvero originale.
Il calendario dell’avvento comincia a diffondersi in Germania circa cento anni fa per indicare ai bambini i giorni che mancano alla vigilia di Natale ed oggi è un’usanza diffusa in molte nazioni europee e negli Stati Uniti. Si tratta di un calendario di cartone in cui si aprono delle finestrelle che contengono formine di cioccolato con motivi natalizi.
Ecco, il calendario che ho ricevuto mi è stato spedito dalla fondazione Dottor Sorriso, che dal 1995 si occupa di clownterapia negli ospedali pediatrici. Medici, infermieri e professionisti cercano di strappare un sorriso ai piccoli pazienti, soprattutto nei reparti oncologici, ottenendo anche risultati interessanti nei processi di cura e di guarigione.
Cosa ha di particolare questo calendario? Aprendo le piccole finestre non troviamo cioccolatini, ma ci viene indicato un motivo per essere contenti, per provare gioia.
Ad esempio: mercoledì 1 dicembre… la gioia di guardare. Giovedì 2 dicembre… la gioia di camminare. Venerdì 3 dicembre… la gioia di aspettare. Domenica 5 dicembre… la gioia di leggere. E così via, fino ad arrivare ad oggi, martedì 14 dicembre… la gioia di vivere!!!
Vi dicevo che questo piccolo calendario mi ha fatto riflettere e mi ha anche commosso.
Già, perché mi ha fatto pensare che spesso ci aspettiamo dei regali e trascuriamo i tanti doni che la vita giorno per giorno ci offre e che diamo per scontati. Mi ha fatto pensare che tanti, in questo mondo, sono meno fortunati e non hanno potuto ricevere gli stessi doni. E ancora una volta mi rendo conto che nulla è scontato in questa vita.
Mi ha fatto pensare che qualcuno forse aspetta ancora uno di questi piccoli-grandi doni quotidiani perché dovrei essere io a portarglielo e magari non lo faccio.
Mi ha fatto pensare che ci sono migliaia di motivi per cui esprimere gratitudine alla vita e a Dio e invece mi ostino ancora a pensare che tutto è scontato, dovuto, normale.
Non è «normale» la vita. È una meraviglia che, solo per il fatto di averla ricevuta in dono, dovrebbe scatenare in noi una gioia incontenibile. Ed invece troviamo sempre motivi per lamentarci.
Io non so se è vero che a Natale siamo tutti più buoni. Ho capito che potremmo esserlo sempre, se solo fossimo in grado di aprire ogni giorno una finestra sulla gioia, e di portare questa gioia a chiunque ne ha bisogno. Magari con un sorriso.