il blog del Don Bosco Ranchibile

mercoledì 4 maggio 2016

Il soldato e la bambina

Ci piacerebbe pensare che l’immaginazione sia sempre in grado di superare la realtà; che ciò che si racconta di brutto sia relegato nel mondo dell’improbabile o dell’impossibile e che ciò che si racconta di bello sia uno stimolo per realizzare di più e di meglio. 
Ma purtroppo così non accade.
Basta mettere a confronto un racconto (reale?) ambientato durante la prima guerra mondiale ed un post apparso sulla pagina Facebook di un giovane salesiano di Aleppo in questi giorni.

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Un soldato stava andando in avanscoperta quando scorse un nemico, in perlustrazione anche lui.
Si nascose dietro una roccia e prese la mira. Ma nel mirino... inquadrò una bambina che stava giocando. Osservò ad occhio nudo e rivide il nemico. Pensò di essere stato abbagliato dal sole e riprese la mira. Ma ricomparve la bambina.
«E’ sua figlia», disse una voce dietro di lui.
Il soldato si girò e notò un angelo.
«E’ sua figlia. Devi scegliere: se spari rimarrà orfana e soffrirà per tutta la vita; se non spari rischi di morire tu, perché anche il tuo nemico ti sta puntando».
Il soldato si ricordò della sua unica bambina che lo aspettava a casa. Pensava a quanto avrebbe sofferto. Capì che se avesse sparato, non se lo sarebbe perdonato per tutta la vita. Accettò di affrontare il destino e con le lacrime agli occhi si preparò a morire. Ma il nemico, dall’altra parte, invece di sparare fece un cenno di saluto e se ne andò.
Il soldato, stupito, si voltò verso l’angelo.
L’angelo sorridendo gli disse: «Anche lui, nel suo mirino, ha visto tua figlia».

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Carissimi amici e salesiani in tutto il mondo vi scrivo dalla città di Aleppo, che attualmente sanguina a causa dell'odio generato dalla mancanza di amore e di pietà. Vi scrivo mentre le bombe e razzi di tutti tipo piovono dal cielo suoi abitanti della città; non ci sono parole che possono descrivere ciò che stiamo vivendo.
La morte viene seminata tra bambini e giovani, vecchi e anziani, uomini e donne. Sembra che la lotta non vuole risparmiare nessuno... l'unico discorso che viene fatto tra la gente... è quello sulla morte.
Ad Aleppo stiamo vivendo una ingiustizia, uno scandalo che resterà impressa sulla fronte dell'umanità intera. Siamo nelle mani del Signore.Pregate per noi
D. Pier Jabloyan 03.05.2016 / ore 13:09Aleppo - Siria

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Non è Facebook ad indicare l’ora esatta e il luogo del post. E’ proprio Don Pier. Quasi a voler sottolineare, con precisione certosina, il luogo e il minuto esatto in cui può ancora affermare di essere vivo. Perché ogni certezza è smarrita.
Questo grido straziante di Don Pier è accompagnato da due foto. In una di esse sono presenti dei giovani che guardano, gli occhi smarriti, verso il cielo: probabilmente stanno osservando le infernali macchine che portano la morte. Forse la loro.
Nell’altra foto un giovane tiene tra le braccia un bambino con il corpo dilaniato da una esplosione. Una “pietà” che nessun artista si impegnerebbe a ritrarre.
Non c’è spiegazione. Non c’è ragione. No! La ragione non esiste più.
Se pensiamo di non poter fare nulla, non rimaniamo indifferenti al grido di don Pier.
Una preghiera.
Perché Dio manifesti la sua giustizia. Perché Dio manifesti il suo amore.

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