il blog del Don Bosco Ranchibile

giovedì 4 novembre 2021

Come cambiare il mondo? Rifacendoti il letto al mattino.


Navigando tra le numerose pagine social dei motivatori americani mi sono imbattuto in un video, che forse molti già conoscono, e che ha avuto una certa diffusione per un certo periodo. Si tratta del discorso pronunciato dall’ammiraglio della marina americana William McRaven agli studenti neolaureati dell’università del Texas nel 2011. Il discorso in sé è discutibile, perché rimanda ad un’etica puramente volontaristica, fondata su una disciplina ferrea votata a forgiare il carattere, basato sulla legge del più forte e che tende ad escludere, più che includere.


Ad ogni modo, il discorso comincia con una frase che mi ha colpito parecchio:


Se vuoi cambiare il mondo, inizia rifacendoti il letto. Se ti rifai il letto ogni mattina, avrai portato a termine il primo compito della giornata. Proverai un piccolo moto d'orgoglio per te stesso e sarai incoraggiato a portare a termine un altro compito. E poi un altro e un altro. Entro la fine del giorno, quei piccoli compiti portati a termine, diventeranno una missione portata a termine


Il discorso prosegue con una descrizione enfatica delle fatiche e delle prove – a tratti disumane – superate durante la sua formazione all’accademia. Però questa frase fa riflettere: se vuoi cambiare il mondo, comincia a fare il letto ogni mattina. Ora, a prescindere dal seguito del discorso che condivido solo in parte, lo snodo cruciale penso possa essere questo: per cambiare il mondo, dobbiamo cominciare dalle cose piccole, da tutte quelle occasioni quotidiane che costellano la nostra giornata. Per realizzare tutte le grandi cose che abbiamo nel cuore, dobbiamo cominciare da quelle ordinarie: come rifarsi il letto appena svegli.


Nessuno di noi, immagina per sé stesso un futuro mediocre, di ripiego: ciascuno di noi è bene che sogni in grande per il proprio futuro, che alimenti questi sogni e faccia di tutto perché si realizzino (pur lasciando lo spazio per lasciarci sorprendere da quel che non avevamo neppure sognato: i sogni più belli sono quelli che non avevamo neppure immaginato). 


Eppure a volte cadiamo nella tentazione di pensare che questo futuro magnifico si costruirà in un tempo non ben determinato, lontano:


«Da domani comincerò a studiare come si deve…»

«Quando sarò all’Università e avrò materie che mi interessano davvero, allora mi impegnerò sul serio…»

«Quando mi fidanzerò cambierò questo aspetto del mio carattere…»

«Quando avrò messo su famiglia metterò la testa a posto…»


E così rinviamo a domani il primo mattone di quel Grande Edificio (la nostra vita) che dovremmo cominciare a costruire oggi. 


Ci sono delle frasi del Vangelo che piacciono a tutti: atei e credenti, a motivo di quella sapienza profonda e genuina che tocca il cuore di tutti. Una di queste frasi è: «Chi è fedele nel poco, lo sarà anche nel molto». Ed è proprio così. Proprio essendo fedeli, responsabili, attenti, caritatevoli, nelle cose piccole potremo esserlo anche in quelle grandi.  


Voi le vedete, le persone realmente felici: quelle che in qualsiasi circostanza, anche nelle difficoltà, sanno tirare fuori un sorriso. Perché hanno una stabilità interiore costruita nel tempo, e nella maggior parte dei casi – aggiungo io – per una vita di fede intensa, che alla lunga dona questa pace, questa felicità profonda e radicata. 


Giovanni Paolo II, in un discorso tenuto davanti a dei giovani, come voi, pronunciò questa frase: «Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro».  È una frase stupenda perché pragmaticità e grandezza convivono in poche parole. Prendere in mano… ogni giorno, il compito che ci troviamo davanti… e sognare in grande, per un futuro migliore. 


Senza pensare che la bellezza della nostra vita dipenda da quello che succederà in futuro. Senza pensare che il mondo sarà un posto migliore a prescindere da noi… Ogni giorno, facendo bene il vostro compito, voi potete fare della vostra vita un capolavoro. 


Da dover iniziare...? Perché no: rifacendosi il letto ogni mattina. 


Prof. F. Iurato

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