il blog del Don Bosco Ranchibile

mercoledì 4 febbraio 2015

Papà, vado a combattere!

FONTE: Famiglia cristiana

23/01/2015  Un padre svela l'infatuazione del suo bambino: "Vuole andare in Medioriente, recita formule di giuramento, sa tutto dei fucili in dotazione ai jihadisti, critica l'occidente". E a scuola scopre che...

Che l’indottrinamento sul “Nuovo Califfato Globale”, abilmente veicolato dal web, faccia breccia su menti e cuori di tanti giovani navigatori, anche di casa nostra, è una realtà. Ma può un bambino di soli dieci anni e mezzo restare così infatuato dalle parole d’ordine jihadiste,  da mandare a memoria  le formule di giuramento rintracciate in internet e chiedere ai genitori di farsi accompagnare in Medioriente per arruolarsi nell’Isis?  Pare proprio di sì: a rivelarcelo è il racconto di “Giovanni”, un genitore sardo che ha deciso di svelare la vicenda nella quale è rimasto coinvolto “Alberto”, il figlio minore non ancora undicenne, e che  ha precipitato in un incubo un’intera famiglia.
“Tutto ha inizio a settembre scorso, quando, poco dopo l’avvio delle scuole, nostro figlio comincia a farci strane domande e ancor più strane richieste:  ‘Come si diventa islamici, papà?’, ‘Perché non mi portate in Irak?’, ‘Mi piacerebbe arruolarmi  nell’esercito jihadista’, aggiungendo a questo la volontà di imparare a sparare col fucile per poter diventare, da grande, un buon cecchino, come quello di “American sniper”, film che peraltro avrebbe voluto andare a vedere. Fantasie distorte di un ragazzino che è rimasto troppo impressionato dai servizi che da mesi riempiono i telegiornali sulle esecuzioni esemplari e sugli attentati di matrice islamica?  “Alle prime, io e mia moglie non abbiamo dato troppo peso a quelle frasi, ma la mattina in cui, accompagnandolo a scuola, mi ha recitato, senza interruzioni, l’intera formula di giuramento di non so che rito iniziatico jihadista,  mi sono preoccupato davvero, considerando anche il fatto che il ragazzo non aveva mai manifestato particolare entusiasmo di fronte a una poesia da imparare a memoria”, confessa il padre.
   Non bastasse ciò, il giorno dopo Alberto sorprendeva il genitore illustrando con dovizia di particolari le caratteristiche del nuovo modello di fucile mitragliatore in uso ai gruppi terroristici di Al Qaeda e dell’Isis. “Ovviamente son andato subito a verificare in internet e ho dovuto costatare, con spavento, che le informazioni in suo possesso erano corrette”, continua il genitore. “Ma chi o cosa poteva aver insinuato e alimentato quell’interesse morboso in un bambino della sua età che, come tanti coetanei, si diverte con la Playstation e gioca a pallone? Quali sermoni proselitistici possono aver manipolato la mente di un ragazzo che frequenta la parrocchia, va a messa e a catechismo?”, si chiedono preoccupati Giovanni e sua moglie. “Da dove può aver appreso tutte quelle notizie se non è in possesso di un suo cellulare, per nostra scelta precisa, né può accedere a internet in casa?”.  Non resta che cercare a scuola, nel giro degli amici. E’ lì che Giovanni trova, infatti, le risposte che cercava: “Grazie soprattutto all’interessamento del preside dell’istituto frequentato da mio  figlio, scopro che un suo compagno, che contrariamente a lui ha libero accesso alla rete, aveva scaricato una grande quantità di video sull’Isis e le sue attività, e su altri gruppi estremisti islamici e li aveva condivisi con mio figlio e altri ragazzini. Fatto confermatomi anche da Alberto”, rivela Giovanni.  
“Il dirigente scolastico non ha sottovalutato la segnalazione e, senza indugiare neanche un momento, è intervenuto. Ma i discorsi e le fantasie di mio figlio non sono, nel frattempo, di molto cambiate. E neppure i suoi disegni: riempie fogli con personaggi incappucciati che sparano col mitra”.   L’ultimo episodio inquietante risale a pochi giorni fa:  Alberto, commentando le recenti stragi di Parigi coi genitori se ne esce con un’affermazione da “libro stampato”: “La colpa di quanto accaduto è di noi occidentali che abbiamo preso in giro il loro Dio”. Il commento finale di Giovanni è amaro: “Ci sentiamo disarmati di fronte a quanto avviene, anche perché non ci pare affatto d’essere quel tipo di genitori assenti che non vigilano  sui propri ragazzi. Pensi che una cosa del genere non possa capitare a tuo figlio, e invece…. Ho raccontato la vicenda  allo scopo di allertare tante madri e padri, perché questo fenomeno è più diffuso di quanto si creda e il primo filtro sta in famiglia”.     

Siamo cresciuti per giocare alla guerra, e la guerra, quella vera, non è mai stata un gioco.
Dal racconto allucinante (e preoccupante!) di questo padre ricaviamo certo una considerazione importante: non è mai da sottovalutare la cerchia amicale che creiamo intorno a noi. Si possono condividere valori, ideali ma anche ideologie contorte e deformanti.
Si può condividere il bene e si può condividere il male, che non è detto che si presenti come tale.
"Voi siete la luce del mondo", ci dice Gesù.  Ma la nostra testimonianza è spesso debole e timorosa. Nel frattempo, chi semina odio e rancore non si fa tanti scrupoli ed alza la voce in nome di ideali che nascondono ben altro.
Cercate amici buoni. Siate buoni amici.
Sembra un invito banale, ma non lo è.

giovedì 22 gennaio 2015

Il difetto

Un’anziana donna aveva due grandi vasi, ciascuno sospeso all’estremità di un palo che lei portava sulle spalle. Uno dei vasi aveva una crepa, mentre l’altro era perfetto, ed era sempre pieno d’acqua, alla fine della lunga camminata dal ruscello a casa, mentre quello crepato arrivava mezzo vuoto. Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa solo un vaso e mezzo d’acqua.
Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati. Ma il povero vaso crepato era in imbarazzo per via del proprio difetto ed era avvilito di saper fare solo la metà di ciò per cui era stato fatto. Dopo due anni, rendendosi conto del proprio amaro fallimento, decise di parlare alla donna lungo il cammino:  «Mi vergogno di me stesso, perché questa crepa nel mio fianco fa sì che l’acqua fuoriesca lungo tutta la strada verso la vostra casa».
La vecchia sorrise: «Ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla tua parte del sentiero, ma non dalla parte dell’altro vaso? È perché io ho sempre saputo del tuo difetto; perciò ho piantato semi di fiori dal tuo lato del sentiero ed ogni giorno, mentre tornavamo, tu li innaffiavi. Per due anni ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare la tavola. Se tu non fossi stato come sei, non avrei avuto quelle bellezze nella mia casa».

Per quanto possa apparirci strano, le cose stanno proprio così: Dio è uno scommettitore incallito, un giocatore d’azzardo, e le sue puntate sono molto alte.
Mette alla prova ogni capacità di previsione, i bookmakers più esperti con Lui sono destinati al fallimento. Perché a Lui non piace vincere facile. Ma gli piace vincere.
Punta sugli scarti, sul ronzino di turno, sull’ultimo in classifica, su chiunque non ha alcuna umana possibilità di vincere per mostrare che con Lui i parametri non funzionano più, tutti gli schemi saltano. Al di là di ogni umana ragione.
Potrebbe una squadra di calcio composta da alcuni alunni del Don Bosco estratti a sorte aspirare a vincere un campionato mondiale di calcio? Beh, se questi fossero i suoi interessi, potrebbe fare anche questo.
Perché nella logica di Dio la debolezza diventa forza, la stoltezza diventa saggezza, il difetto diventa pregio. Proprio come una crepa in un vaso.
Dio non butta nulla. E se pensiamo di essere in grado ancora di non sbagliarci nel giudicare chi vale o chi no... siamo fuori strada.
E’ incoraggiante sapere che anche quando mi sembra che la mia vita non valga nulla, quando sembro destinato all’inutilità c’è Lui pronto ad incoraggiarmi e a dirmi: “Puoi farcela... io scommetto su di te!”.
Si fida di me più di quanto io stesso riesca a fare. E non sbaglia mai.
Ci avviciniamo alla festa di Don Bosco, e Don Bosco, insieme a molti altri, è una prova concreta di una scommessa vinta e di una straordinaria fiducia ricambiata.
La storia della salvezza è un’intera testimonianza di difetti sopravvalutati dagli uomini e cancellati da Dio. Non ci credete? Guardate questo elenco:

martedì 20 gennaio 2015

Il momento dell'aurora

Un rabbino riunì i suoi allievi e domandò loro: “Come possiamo conoscere il momento preciso in cui finisce la notte e comincia il giorno? ”. “Quando, a una certa distanza, siamo in grado di distinguere una pecora da un cane", disse un ragazzino.
“In verità, si può affermare che è ormai giorno quando, a una certa distanza, siamo in grado di distinguere un olivo da un fico", replicò un altro allievo.
“Non sono soluzioni particolarmente convincenti". “Qual'è la risposta giusta allora?", domandarono tutti. E il rabbino disse: “Quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello, ponendo fine a ogni conflitto. Ecco, questo è il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno".


Quanti, tra tutti coloro che incontriamo quotidianamente, possiamo dire di "confonderli" con un nostro fratello? Non è forse molto più elevata la probabilità di "scambiare" un nostro fratello per un nemico? Perché a poco a poco la logica del sospetto vince su quella dell'amore e la paura si impossessa di noi. Non ci fidiamo più,  ci guardiamo bene le spalle, chiunque può essere un potenziale nemico.
Che mondo è mai questo, dove tutto ciò che c'è di più bello e innocente viene infangato per l'infinito egoismo dell'uomo? Che mondo è questo dove anche i bambini vengono usati, trasformati in bombe per seminare terrore, distruzione, morte? Davvero non c'è un limite all'orrore?
Mentre scrivo queste poche parole sto osservando alcuni bambini che nuotano in piscina... l'unica "esplosione" che posso immaginare è quella della gioia, che riescono a trasmettere, e della vita, che amano con una forza straordinaria.
Poi la mia mente vola ad altre bambine, di circa 10 anni ciascuna, che pochi giorni fa, in Nigeria, sono state utilizzate come kamikaze per uccidere numerose persone. Non sappiamo neanche il loro nome. Non se ne parlerà a lungo, perché il loro paese è lontano dal nostro. È un paese senza risorse e di scarso interesse per il nostro occidente civile...
Ma sono bambine. Sono bambine. Non chiamiamole kamikaze, perché è davvero difficile poter immaginare che queste povere creature fossero consapevoli di ciò che stava loro succedendo.
Io voglio imparare a distinguere la notte dal giorno, voglio vivere il momento dell'aurora. Non voglio avere paura di una bambina che mi cammina a fianco. Perché un mondo così non mi piace.
Risvegliamo la bellezza che c'è intorno a noi. Lei salverà il mondo.

domenica 28 dicembre 2014

Dammi il tuo cuore

Come faccio a toccare il cuore di Dio?
Prenditi quindici minuti di tranquillità, guarda e (soprattutto ascolta) questo video...
scoprire che Dio, che ci ama in modo infinito, si aspetta da noi meno di quanto pensiamo è semplice e sorprendente.
Egli non aspetta,  infatti, che facciamo qualcosa o che abbiamo qualcosa.
Aspetta noi. E nient'altro.

giovedì 25 dicembre 2014

Buon Natale!

L'annuncio del Natale è annuncio di vita, di gioia,  di creatività,  di speranza,  di affetto,  di amicizia,  di amore irruente che trasforma la storia e l'esperienza umana. Annuncio di una grande gioia che cambia la monotonia e l'uniformità della vita e le dà un senso e una speranza che la trasformano dall'interno.
(Carlo Maria Martini)

Speranza, pace e gioia.
Perché siamo "gli uomini che Egli ama". Nessuno è escluso.
Buon Natale!

martedì 16 dicembre 2014

L'amore è invisibile

Stabilire chi sia il bambino più buono d’Italia sembra che sia un problema sentito in tempi come i nostri.
In effetti, quando tutto sembra non voler andare per il verso giusto, rivolgersi al mondo dell’innocenza può apparire un tentativo interessante. Potremmo considerarlo come l’espressione di un desiderio inconscio di tornare indietro, ad un mondo che prima è stato anche nostro e che, improvvisamente abbiamo abbandonato, come un giocattolo rotto e inutile. Abbiamo avuto cose più importanti a cui pensare!
Ne troviamo tanti di bambini buoni e bravi. Quelli che “diventano famosi”, (come amano essi stessi dire scherzando), hanno casualmente ricevuto un’attenzione maggiore da parte di qualche adulto che si è premurato di segnalare il nome a qualche associazione ONLUS che ogni anno indice concorsi a premi, con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica su un ancora possibile “mondo migliore”.
Fa sorridere la loro sorpresa nel constatare di non aver mai pensato di aver fatto qualcosa di speciale o di straordinario, di sentire di aver solamente fatto qualcosa di semplicemente normale che tutti potrebbero e dovrebbero fare. Già, tutti!
Cosicché, in realtà, tra loro, questi bambini non si contendono alcun titolo. Penso proprio che la preoccupazione sia più degli adulti che stanno accanto a loro...
Ecco perché se cercate sulla rete “la bambina più buona d’Italia nel 2014” (che, tra l’altro, non è ancora finito), ne trovate più di una.
Ciò non toglie, tuttavia, che questi bambini, qualcosa da insegnarci ce l’hanno davvero e che forse il senso del messaggio di Gesù, “se non diventerete come i bambini non entrerete nel Regno dei cieli”, sta tutto qui.
Maggio 2014. L’arciconfraternita di sant’Antonio di Padova, proprio nella città del santo, con una celebrazione e una cerimonia solenne ha voluto conferire  un premio ad una bambina di 5 anni di nome Aurora.
La piccola, ricoverata presso la clinica di oncoematologia di Padova, per il suo quinto compleanno ha chiesto di ricevere soldi e non regali. Poi ha preso il suo salvadanaio e si è fatta accompagnare presso la sede di Team for children, l’associazione che la segue e ha donato tutto «per aiutare i bambini del reparto che sono meno fortunati di me».
«Non ci aspettavamo tutto questo», dice la mamma, Valentina, «perché quello di Aurora è stato un gesto fatto con il cuore, senza volere nulla in cambio».
Il direttore della clinica, Giuseppe Basso, dice: «Aurora è il simbolo di tutti i nostri bambini, che entrano in un mondo strano, in cui perdono i capelli, in cui convivono dolore e sofferenza, ma anche gioia e successi, e in cui tutti partecipano alle vite degli altri pazienti».
Un altro premio, di carattere nazionale, alla “bambina più buona d’Italia” è stato assegnato in questi giorni a Giorgia Musumeci, una piccola alunna di 6 anni della scuola elementare “Giovanni Paolo II” di Terracina.
Giorgia con la sua sensibilità e la sua generosità è diventata un punto di riferimento importante per una compagna di classe, Alessia, con difficoltà motorie e comunicative. Ha compreso immediatamente che la sua presenza, il suo affetto, le sue coccole potevano essere importati per la vita della compagna meno fortunata ed è diventata il suo riferimento per le difficoltà quotidiane.
Nelle interviste Giorgia continua a dire: “Non ho mai pensato di fare cose straordinarie; è una mia amica e stiamo bene insieme!”.
Uno straordinario insegnamento per noi adulti che continuamente ci lasciamo coinvolgere da pregiudizi e che sull’argomento “integrazione” facciamo ancora tanta teoria ma pochissima pratica!
L’amore, quello vero, si muove nelle piccole cose. Il nostro Dio ama le piccole cose; alle piccole cose dà importanza.
L’amore, quello vero, non vive di teorie, per quanto alte e straordinarie.
Nei piccoli gesti della quotidianità, e nell’amore che esprimiamo in essi, ci giochiamo il senso della nostra esistenza.
Non importa che sia lunga o breve, la nostra esistenza. Ciò che importa e che sia piena, intensa, unica.
Nessuno verrà a chiederci il permesso per porre la parola fine.
Nessuno si sentirà in dovere di aspettare che il concerto sia finito.
Il tempo per amare gli altri non contempla il futuro, ma solo il presente.
L’amore è invisibile” è il titolo dell’ultimo album di Mango.
Di questo artista abbiamo apprezzato il talento, la voce particolare, l’animo del poeta che coglie il senso delle immagini semplici a cui troppo spesso facciamo l’abitudine: il sole, il mare, l’acqua, la rondine, il pane, la bellezza di sentirsi amati e il non trovare le parole per esprimerla...
Ci ha lasciato in modo inaspettato. Ha fatto in tempo a darci un’ultima semplice lezione: “Le sue ultime parole sono state “scusate”: in un’epoca dove nessuno si scusa mai, è l’ultimo insegnamento di un uomo e di un artista che no ha mai urlato per farsi ascoltare”. (cit. Famiglia Cristiana).
Che la forza dell’amore può cambiare in profondità l’intero universo, e persino il nostro modo di percepire Dio... beh, leggiamo questa piccola poesia:


Una canzone ferita
Una canzone ferita
zittisce il cielo,
ma un’amicizia nuova
propone un coro di angeli.
(Mango)

Il calendario dell'avvento

Avvento, tempo di attesa. Tempo di attese. Sono tante le attese che ognuno di noi porta nel proprio cuore. C’è chi spera in un domani miglio...