il blog del Don Bosco Ranchibile

venerdì 17 ottobre 2014

Il mondo dei bambini

E’ bello il mondo dei bambini...
La fantasia è la padrona assoluta e sognare è semplice, anche ad occhi aperti.
Sì, è bello il mondo dei bambini.
La meraviglia per le scoperte quotidiane, la voglia di imparare ogni giorno qualcosa in più, magari per colmare un po’ la distanza dal mondo degli adulti, il desiderio di conoscere e di vivere tutto in pienezza, attimo per attimo. Tutto questo sembra sconfinato.
E’ bello il mondo dei bambini. Lo troviamo riflesso nell’immaginario costruito attraverso tanti strumenti, dove fantasia, arte e tecnologia si incontrano e si fondono, che attraverso quella denominazione, ormai obsoleta e irreale, ma ancora dolce da sentire, i “cartoni animati” permette agli adulti di accumulare un bel po’ di soldi (le attività di marketing basate sui desideri dei bambini sono una delle principali fonti di guadagno), e permette ai bambini di continuare a sognare che il mondo intero sia bello. Come il loro.
Hai presente i paesaggi dei cartoons ? Non sono bellissimi? Non mi riferisco solo ai fantasiosi castelli delle favole, ma anche alle altrettanto fantasiose raffigurazioni delle nostre città.
Le strade pulitissime, i muri per nulla imbrattati che riflettono il sole in mille colori pastello. Un caleidoscopio di luci che rende più buone anche le persone. Tutti sorridono ed anche il personaggio più triste e scorbutico, il “Brontolo” della situazione, prima o poi sarà costretto a cedere e diventare buono e cordiale... perché non c’è spazio per la tristezza in un mondo come questo.
Le attività quotidiane non sono pesanti: tutti hanno un lavoro che amano o riescono a realizzare i propri sogni; anche andare a scuola non sembra poi così terribile o noioso.
Tutto è bello, tutto e buono. E’ bello il mondo dei bambini.

Ma poi cresci. Ed hai quattordici anni. Esci di casa e guardi intorno a te, e nulla è come hai immaginato fino ad ora. Hai percorso queste strade tante volte e non ti eri mai accorto che sono l’immagine in negativo di quanto hai visto in tv, di quanto ti hanno fatto vedere.
Le strade sono sporche, i muri imbrattati, la gente nervosa, triste e scontrosa. Chi ha perso il suo lavoro, (che svolgeva con fatica, nonostante non gli piacesse, perché a casa i figli hanno fame), sa che trovarne un altro è un’impresa impossibile. Dovrà sottostare a gente pronta a sfruttare il suo bisogno e dovrà ritenersi fortunato, e sarà un uomo forte,  se il pianto dei propri figli non lo spingerà a rivolgersi alle organizzazioni criminali. Vuoi che sorrida anche lui?  Non ce la fa.
E’ questo il tuo mondo reale. Allora che fai?
Guardi il tuo scooter nuovo, che tuo padre, carrozziere, è riuscito ad acquistarti con sacrificio. Ti piace. E’ bello con i suoi colori scintillanti. Una goccia di bellezza in un deserto di degrado. Ci tieni che rimanga com’è, nuovo e luccicante. Lo hai fatto spesso... lo porti al lavaggio, con qualche euro brillerà di più.
Ma quello che ti aspetta non c’è fantasia che riesca a crearlo.
Tre uomini ti girano attorno, li conosci, li hai visti tante volte perché sono del tuo stesso quartiere, ti prendono in giro, “sei grasso” ti dicono “enorme”, “ciccione di m...”. Le loro parole ti fanno sentire sbagliato, almeno in questo mondo, sei sbagliato! Perché qui non si deve essere grassi, né troppo delicati, né effeminati... abbiamo altri schemi, altri modelli da seguire. Ci vogliono muscoli, un carattere rude o spavaldo, e soprattutto non devi stare solo, devi appartenere a un branco. Loro non sono soli, tu sì. “Sei talmente grasso”, dice uno di loro “che adesso ti pulisco come un tappetino”. E tu sai che si chiama Vincenzo, proprio come te. “Vieni grassone, che ti gonfio ancora un po’!”, continua, tra le risate degli altri due del branco e l’indifferenza di chi sta attorno. Poi ti afferra, ti abbassa i pantaloni e ti soffia dentro con la pistola dell’aria compressa. Vomiti sangue... non riesci più a vedere nulla... il dolore e lancinante... il buio.
Ti risvegli in un posto diverso, una stanza silenziosa, con luci soffuse, pareti pulite. Sei disteso su un letto, anche le lenzuola sono pulite. Hai un tubicino al naso e c’é un sottofondo fatto di ronzii e beep. Riconosci la stanza di un ospedale. Riconosci la persona al tuo fianco. Finalmente un viso amico. “Mamma, che è successo?, perché mi prendono in giro? perché mi hanno aggredito in quel modo? perché mi fa tanto male la pancia?”.
Non sai. Non puoi sapere. Ti hanno lacerato l’intestino. Ti hanno lacerato l’anima.
Ma il perché non è dato saperlo, né a te né tutti quelli che si  pongono questa domanda.
Sei dispiaciuto perché dovrai saltare una partita di calcetto, la tua passione, insieme al Napoli. Non sai del rischio di non poter giocare più.
Ma con la mamma accanto stai meglio. Ti ritorna il sorriso.
L’altro Vincenzo è in carcere. Ventiquattro anni e una bambina di due, nessun lavoro per poterla mantenere. Una continua metamorfosi, ora vittime ora  carnefici, sì, ora vittime ora carnefici. Avrà il coraggio di dire a sua figlia, che guarda i cartoni, che il mondo fuori è talmente diverso?

Quale mondo ci aspetta domani?
Il mondo del grande e piccolo schermo è bello,ma non è reale.  Ben altro tipo di “cartoni animati” troviamo nelle stazioni e sotto i portici della nostra città: abitazioni di cartone, vestiti di cartone, letti di cartone... l’indifferenza genera mostri (veri!) e nessuno può prevedere chi sarà la loro vittima.
I bambini hanno diritto a sognare... perché questo diritto deve esserci negato quando cresciamo? Perché non possiamo immaginare un mondo diverso, senza indifferenza, senza odio, senza violenza, senza prevaricazione?
E’ bello il mondo dei bambini. Il nostro potrebbe esserlo.

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