il blog del Don Bosco Ranchibile

martedì 5 ottobre 2021

Resto umile!




 È diventato un tormentone.

Meme su meme per sottolineare nostre capacità vere o presunte, per mettere in evidenza il nostro stato sociale o le nostre possibilità economiche, magari per dare agli altri la comunicazione di un’inattesa occasione che ha cambiato la nostra condizione e poi concludiamo con la frase: “però resto umile!“.

Già, l’umiltà… ok, lo diciamo per scherzo, è una battuta, anzi forse vogliamo proprio essere provocatori definendoci umili nel momento in cui proprio non lo siamo.

Ma, a prescindere da questa particolare situazione, diciamo così, “social”, ha ancora senso parlare di umiltà? Me lo chiedo. Perché a volte ho la sensazione che certe virtù siano un po’ démodé!



Camminavo con mio padre, quando all’improvviso si arrestò ad una curva e dopo un breve silenzio mi domandò: “Oltre al canto dei passeri, senti qualcos'
altro?”.

Aguzzai le orecchie e dopo alcuni secondi gli risposi: “Il rumore di un carretto”.

“Giusto – mi disse –. È un carretto vuoto”.

Io gli domandai: “Come fai a sapere che si tratta di un carretto vuoto se non lo hai ancora visto?”.

Mi rispose: “E’ facile capire quando un carretto è vuoto, dal momento che quanto più è vuoto, tanto più fa rumore”.

Divenni adulto e anche oggi quando vedo una persona che parla troppo, interrompe la conversazione degli altri, è invadente, si vanta delle doti che pensa di avere, è prepotente e pensa di poter fare a meno degli altri, ho l’impressione di ascoltare la voce di mio padre che dice:

“Quanto più il carretto è vuoto, tanto più fa rumore". (Bruno Ferrero)


L’umiltà non fa rumore.

E l’umiltà non è una virtù fine a se stessa e ancor meno serve vantarsene. Sarebbe contraddittorio.

Essere umili significa avere il senso delle cose. Essere nella realtà. Avere il senso della terra. Ma quanto è difficile oggi, in una società dove la competizione e la sopraffazione sono i principali strumenti di affermazione sociale.

Pieni di noi stessi, rischiamo di non riconoscere il vuoto che è dentro di noi.

“Umiltà” ha la stessa radice della parola umano, derivano da humus, che significa terra. Perché questo è ciò che siamo. 


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